Uno strano atteggiamento percorre, in questi ultimi anni, l'opinione pubblica dell'Occidente, con rinnovato e polemico vigore. Il volere condizionare a tutti i costi la Dottrina, o meglio il " depositum fidei" della Chiesa Cattolica, in nome di un "nuovo inizio", di un "nuovo corso" che sarebbe scaturito dal Concilio Vaticano II.
Questo "nuovo inizio" imporrebbe una nuova "prassi" distinta dalla Dottrina per adeguare la Chiesa ai comportamenti della " maggioranza" dei cattolici. Come se la Chiesa fosse una democrazia.
La diatriba è di vecchia data, risale al 1963 con la chiusura del Concilio, (quando molte lobby avverse, dentro e fuori la Chiesa, hanno tentato - lo tentano ormai apertamente da due secoli - di dare una spallata finale alla Chiesa Cattolica, senza per altro riuscirci) ma sembrava essersi completamente attenuata, anzi sopita, con il pontificato di Giovanni Paolo II, rimanendo in sordina soltanto tra alcuni gruppi "di base", più come moda che come sostanza. In realtà ardeva sotto la cenere pronta a riemergere in un contesto favorevole. Ed è quello che sta succedendo in questi ultimi anni prendendo spunto dal ribaltamento dell'etica perseguito dalle elites " laiche" a livello mondiale, in nome di un non meglio definito senso della " libertà ", che, dobbiamo dire, ha capovolto duemila anni di storia occidentale e che la libertà dei popoli sta, in realtà, tentando di distruggere con il " politicamente corretto".
Il problema emerso ha connotazioni squisitamente umane, in quanto considera la Chiesa Cattolica come istituzione composta esclusivamente da uomini e quindi passibile di un ridimensionamento e di una cancellazione, come ogni realtà di questo mondo. D'altra parte non si può pretendere che chi coltiva il "pensiero debole" e il relativismo possa credere in qualche cosa. Ma, eufemisticamente, potrà al massimo credere a tutto e a niente allo stesso tempo, cioè a nulla.
Ogni realtà del Cattolicesimo gli apparirà, nel migliore dei casi, come "mito" e, nel peggiore, come "favola della buona notte".
D'altra parte lo stesso Gesù ( vedi qui ) aveva avvertito duemila anni fa i suoi di quello che sarebbe successo e che , soprattutto oggi, sembra avverarsi in ogni particolare.
Il problema di fondo, a questo punto, è capire la natura trascendente della Chiesa.
Chi ci crede non può che considerare questa tappa storica come il compiersi di un'altra fase, molto significativa, del realizzarsi del Regno Messianico. Chi non ci crede persegue i suoi scopi di capovolgimento epocale, pensando di poter addomesticare quella parte della Chiesa più docile, ai suoi fini, e trasformarla in un "instrumentum regni".* E distruggendo quella parte che docile ai suoi fini non è, prima con una campagna mediatica sistematica che la definisca integralista, oscurantista, non adeguata ai tempi, ecc...poi con la completa demonizzazione e la cancellazione attraverso severe leggi ad hoc.
Se sullo sfondo di un orizzonte umano questa operazione può anche sembrare possibile, cio' non potrà mai avvenire se la natura della Chiesa è, come essa stessa sostiene, trascendente.
Perché ( e in fondo già nella storia abbiamo assistito ad " addomesticamenti", come, per esempio, nell'epoca dell'eresia di Ario o con la Costituzione Civile del Clero del 1793) la vera Chiesa sarà sempre uguale a se stessa con la Dottrina e il " depositum fidei" immutati, con il suo Magistero e i suoi Dottori della Chiesa. Vivra' magari come fuoco sotto la cenere ma sopravviverà in virtù della sua origine divina fino alla Parusia.
L'altra, la " falsa chiesa", ricordata anche da Santa Caterina Emmerick, potrà avere il suo momento di esposizione mediatica ma è destinata, in questo caso, a fallire. Alla faccia dei "cambiamenti" che vorra' imporre e dell'adeguamento " all'uomo di oggi".
Del resto è stato san Gerolamo a dire "l'universo gemette nel risvegliarsi ariano" ** quando quell'Arianesimo, che oggi sembra tornato prepotentemente di moda, parve sostituirsi alla vera Chiesa. Ma anche in quel caso, grazie a un "piccolo gregge" che sembrava in via di estinzione, non resse alla Verità e fu travolto.
" Non praevalebunt" ammonisce Gesù.
Non c'è che aspettare di buon animo. Chi è nel vero, prevarrà.
* (letteralmente: «strumento di monarchia», dunque «di governo» è una locuzione latina usata per esprimere la strumentalizzazione da parte dello Stato come mezzo di controllo delle masse, o in particolare per conseguire fini politici e mondani)