2016 anno bisesto

lunedì 19 agosto 2013

Filosofie 1


 “Negare quello che è, e affermare quello che non è, è falso, poiché affermare ciò-che-è e negare ciò-che-non-è, è la verità” (Aristotele, “Metafísica”, IV, 7, 1011 b 26 e ss.). 

domenica 18 agosto 2013

Messale si, messale no


A proposito del Motu proprio " Summorum Pontificum" di cui in questo periodo si e' tanto discusso e' interessante la presa di posizione di  Maria Pia Ghislieri. Scrive infatti nell' articolo" Historia magistrae vitae" a proposito  del Messale stabilito nel Concilio di Trento e noto come "Messale di san Pio V":

(Da  "Corrispondenza Romana del 9/8/2013):

L’essenza della riforma di S. Pio V fu, come quella di S. Gregorio Magno, il rispetto della tradizione. A tale Messale, che costituiva una barriera contro l’eresia, san Pio V concesse l’indulto perpetuo con queste solenni parole: «in virtù dell’autorità Apostolica noi concediamo, a tutti i sacerdoti, a tenore della presente, l’lndulto Perpetuo di poter seguire, in modo generale, in qualunque Chiesa, senza scrupolo alcuno di coscienza o pericolo di incorrere in alcuna pena, giudizio o censura, questo stesso Messale, di cui avranno la piena facoltà di servirsi liberamente e lecitamente, così che Prelati, Amministratori, Canonici, Cappellani e tutti gli altri Sacerdoti secolari, qualunque sia il loro grado, o i Regolari, a qualunque Ordine appartengano, non siano tenuti a celebrare la Messa in maniera differente da quella che Noi abbiamo prescritta né d’altra parte possano venir costretti e spinti da alcuno a cambiare questo Messale».Da cui si evince che la Bolla è irreformabile. «La Quo primum – scrive P. Paul L. Kramer – è stata dichiarata infallibilmente irreformabile poiché il rito della Messa codificato nel Messale tridentino è il rito ricevuto, approvato e tramandato dalla Santa Romana Chiesa… Pertanto, la Quo primum lungi dall’essere una questione meramente disciplinare di legge ecclesiastica, è un’applicazione definitiva della legge divina espressa dal magistero straordinario della Chiesa.  E perciò qualunque tentativo di revocare o sopprimere il Rito romano incorrerà nell’indignazione di Dio onnipotente e dei suoi beati Apostoli Pietro e Paolo».

Di certo non è compito della Sede Apostolica distruggere un Rito di Tradizione apostolica, ma suo dovere è quello di mantenerlo e tramandarlo».
Gamber afferma altresì che il Novus Ordo non può in alcun modo esser definito Rito Romano, ma tutt’al più Ritus modernus: «Noi parliamo piuttosto di Ritus Romanus e lo contrapponiamo al Ritus Modernus». E ci fermiamo qui. Che non fosse possibile por mano al Messale di san Pio V è stato confermato dal Summorum Pontificum (2007) di papa Benedetto XVI, il quale parla di esso come di un Messale «mai abrogato». Non poteva esserlo in forza dell’indulto perpetuo contenuto nella " Quo primum".



        ( da Wikipedia):)
  1. ^ Maurilius tituli Sancti Marcelli S.R.E. Presbyter Cardinalis Fossati Dei et Apostolicae Sedis gratia Archiepiscopus Taurinensis Sacrae Theologiae et Juris utriusque Facultatum Magnus Cancellarius, MISSALE ROMANUM EX DECRETO SACROSANTI CONCILII TRIDENTINI RESTITUTUM SANCTI PII V PONTIFICIS MAXIMI IUSSU EDITUM ALIORUM PONTIFICUM CURA RECOGNITUM A PIO X REFORMATUM ET BENEDICTI XV AUCTORITATAE VULGATUM, XII Editio Taurinensis juxta typicam, Marietti Sanctae Sedis Apostolicae et Sacrae Rituum Congregationis typographi, MCMXLIX, I-II.
  2. ^
    « XII - Nessuno dunque, e in nessun modo, si permetta con temerario ardimento di violare e trasgredire questo Nostro documento: facoltà, statuto, ordinamento, mandato, precetto, concessione, indulto, dichiarazione, volontà, decreto e inibizione. Che se qualcuno avrà l'audacia di attentarvi, sappia che incorrerà nell'indignazione di Dio onnipotente e dei suoi beati Apostoli Pietro e Paolo.
    Dato a Roma, presso San Pietro, il giorno diciannove di luglio dell'anno millecinquecentosettanta, quinto del nostro pontificato. »
    (Traduzione in italiano della parte finale della bolla pontificia Quo primum tempore)