2016 anno bisesto

lunedì 26 agosto 2013

Legge naturale

  Heinrich Fuger (1751-1818 Prometeo)

In questo periodo in cui è sempre più evidente il tentativo mondiale di plasmare una nuova antropologia lontana anni luce dalla realtà dell'uomo  e di confutare l'immutabilità della legge naturale,  è bene meditare nuovamente il  passo illuminante della  bellissima quanto un po' dimenticata Enciclica del 1993 di cui si è parlato in un post precedente: la "Veritatis Splendor" del beato Giovanni Paolo II in cui si spiega con chiarezza  il significato del passo della Genesi in cui Dio proibisce di mangiare dell'albero della conoscenza e del vero fondamento della legge morale:

 Leggiamo nel libro della Genesi ( paragrafo 35 dell’Enciclica): «Il Signore Dio diede questo comando all'uomo: "Tu potrai mangiare di tutti gli alberi del giardino, ma dell'albero della conoscenza del bene e del male non devi mangiare, perché, quando tu ne mangiassi, certamente moriresti"«(Gn 2,16-17).

Con questa immagine, la Rivelazione insegna che il potere di decidere del bene e del male non appartiene all'uomo, ma a Dio solo. L'uomo è certamente libero, dal momento che può comprendere ed accogliere i comandi di Dio. Ed è in possesso d'una libertà quanto mai ampia, perché può mangiare «di tutti gli alberi del giardino». Ma questa libertà non è illimitata: deve arrestarsi di fronte all'«albero della conoscenza del bene e del male», essendo chiamata ad accettare la legge morale che Dio dà all'uomo. In realtà, proprio in questa accettazione la libertà dell'uomo trova la sua vera e piena realizzazione. Dio, che solo è buono, conosce perfettamente ciò che è buono per l'uomo, e in forza del suo stesso amore glielo propone nei comandamenti."

I fautori della libertà senza limiti non si fermeranno certamente davanti a queste chiare parole, ma esse comunque fissano un punto fermo riguardo a quella  "legge naturale" (che è stampata nel cuore umano dalla Creazione ed è dell’uomo e per l’uomo, appartiene alla sua natura - come ricorda l’Enciclica “Libertas” di Leone XIII ) che oggi sempre più si tende a confutare e illuminano sulle conseguenze di chi decide di non riconoscerla.

Le civiltà " del Libro" (ebraismo, islam, cristianesimo) che questa legge hanno sempre riconosciuto, nonostante i molti errori umani, sono sopravvissute fino ad oggi: molto meno altre del passato, scomparse, che questa legge naturale non riconoscevano o hanno ignorato. Senza parlare di certe aberranti ideologie del "secolo breve" tramontate irrimediabilmente dopo aver lasciato dietro di se lutti e rovine.
 
Nelle odierne legislazioni dell' Occidente si tende oggi a riadottare come "nuove" (nuove nel senso latino del termine, cioè finali, definitive), "moderne", "democratiche", fino a farle diventare “diritti umani” certe ideologie contarie appunto alla “legge naturale”.

Meglio pensarci  in tempo prima di seguire la sorte di quelle civiltà che si sono annientate dimenticando appunto  questa legge.

Legge tanto invisibile quanto reale nel momento in cui si toccano con mano le conseguenze della sua voluta ignoranza.