..."Carissimi fratelli e sorelle
dell’Arcidiocesi di Ferrara-Comacchio,
devo
confessarvi, aprendo questo messaggio per la Pasqua di Risurrezione, il forte
disagio che provo nel pensare che le grandi parole e le grandi certezze della
Risurrezione di Cristo - e in lui della risurrezione dell’uomo e del mondo -
rischiano di non colpire più nessuno, nemmeno noi che le diciamo. "...
Colpiscono
le parole di un Vescovo che alla vigilia di una Pasqua di Resurrezione in
questi nostri tempi inquieti e violenti, apre il suo messaggio alla sua
Diocesi con queste parole disincantate. Esse sono amare ma fotografano con
esattezza la grande tentazione che serpeggia in questi giorni nei
battezzati dell'Occidente che hanno chiuso in un armadio il loro Battesimo :
partire per uno sfiancante week end "all inclusive", partecipare a
pranzi pantagruelici e gite fuori porta per smaltirne le calorie, distribuire
ai bambini ovetti e soprattutto coniglietti e leprotti bisestili di cioccolato,
festeggiare acriticamente una "festa della primavera" e, forse, ma
solo forse, fare una capatina turistica in piazza san Pietro o nella cattedrale
della propria città " perché è vacanza, perché è una gita
turistica, perché è Pasqua".
Certo
l'amarezza per quello che si intuisce avverrà, è una grande tentazione, però
quanto succede non è una novità ma il ripetersi storico - dalla
fuga dall'Egitto dei Faraoni alla cattività nei regni Assiri, dal Fiorile della
rivoluzione francese alle contestazioni verso i Presepi e i Crocifissi - del
tentativo di negare la Novità che nonostante tutto irrompe ciclicamente nella
storia umana.
Perché
tanto impegno per negare certe situazioni se, a detta di coloro che profondono
l'impegno per cancellarne ogni traccia, sono innocenti "miti"? Quando
mai "innocenti miti" fanno paura? Fanno forse paura Odino, Zeus,
Thor, Budda o gli abitatori di altre storie lontane?
È
invece la guerra a volte sotterranea, a volte conclamata, che è stata
proclamata nei secoli fino a oggi, a determinare l'importanza dell'Annuncio
Pasquale. Che per i suoi detrattori e negatori rimane un monito
inquietante, qualcosa che gli fa perdere il lume della " ragione", e
per i credenti un Annuncio di liberazione e di salvezza.
La
stessa salvezza che anche il Vescovo, nonostante l'amarezza iniziale, indica
nel suo saluto alla Diocesi con immutato ottimismo:
..."Questa,
fratelli e sorelle, è la Pasqua: Cristo ha vinto la morte ed è risuscitato, e
la morte è il segno vergognoso del male e della violenza. La morte ci ricorda
che l’uomo non può realizzarsi con le sue mani, con la sua intelligenza, con la
sua volontà...."
Ecco
Cristo è risorto, in verità è risorto!
Il Vescovo e la lettera: