2016 anno bisesto

giovedì 2 aprile 2015

Gite, ovetti e leprotti bisestili



..."Carissimi fratelli e sorelle dell’Arcidiocesi di Ferrara-Comacchio,

devo confessarvi, aprendo questo messaggio per la Pasqua di Risurrezione, il forte disagio che provo nel pensare che le grandi parole e le grandi certezze della Risurrezione di Cristo - e in lui della risurrezione dell’uomo e del mondo - rischiano di non colpire più nessuno, nemmeno noi che le diciamo. "...

Colpiscono le parole di un Vescovo che alla vigilia di una Pasqua di Resurrezione in questi nostri tempi inquieti e violenti,  apre il suo messaggio alla sua Diocesi con queste parole disincantate. Esse sono amare ma fotografano con esattezza  la grande tentazione che serpeggia in questi giorni nei battezzati dell'Occidente che hanno chiuso in un armadio il loro Battesimo : partire per uno sfiancante week end "all inclusive", partecipare a pranzi pantagruelici e gite fuori porta per smaltirne le calorie, distribuire ai bambini ovetti e soprattutto coniglietti e leprotti bisestili di cioccolato, festeggiare acriticamente una "festa della primavera" e, forse, ma solo forse, fare una capatina turistica in piazza san Pietro o nella cattedrale della propria città " perché è vacanza, perché è una gita turistica, perché è Pasqua".

Certo l'amarezza per quello che si intuisce avverrà, è una grande tentazione, però  quanto succede  non è una novità ma il ripetersi storico - dalla fuga dall'Egitto dei Faraoni alla cattività nei regni Assiri, dal Fiorile della rivoluzione francese alle contestazioni verso i Presepi e i Crocifissi - del tentativo di negare la Novità che nonostante tutto irrompe ciclicamente nella storia umana.

Perché tanto impegno per negare certe situazioni se, a detta di coloro che profondono l'impegno per cancellarne ogni traccia, sono innocenti "miti"? Quando mai "innocenti miti" fanno paura? Fanno forse paura Odino, Zeus, Thor, Budda o gli abitatori di altre storie lontane?

È invece la  guerra a volte sotterranea, a volte conclamata, che è stata proclamata nei secoli fino a oggi, a determinare l'importanza dell'Annuncio Pasquale. Che  per i suoi detrattori e negatori rimane un monito inquietante, qualcosa che gli fa perdere il lume della " ragione", e per i credenti un Annuncio di liberazione e di salvezza.

La stessa salvezza che anche il Vescovo, nonostante l'amarezza iniziale, indica nel suo  saluto alla Diocesi con  immutato ottimismo:

..."Questa, fratelli e sorelle, è la Pasqua: Cristo ha vinto la morte ed è risuscitato, e la morte è il segno vergognoso del male e della violenza. La morte ci ricorda che l’uomo non può realizzarsi con le sue mani, con la sua intelligenza, con la sua volontà...."


Ecco Cristo è risorto, in verità è risorto!

 
Il Vescovo e la lettera: