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lunedì 10 giugno 2013

VACLAV BELOHRADSKY: Austria felix, Europa felix?

VACLAV BELOHRADSKY in quel bellissimo saggio “Quel grande sogno sul Danubioapparso nel novembre del 1998 sul n. 47 del settimanale “IL SABATO” (p. 34-35) sostiene che “…solo nel segno di un'idea superiore si possono fondare gli imperi, mentre le nazioni possono costituire soltanto degli Stati egoisti e aggressivi. I veri «imperi» nascono, quando alle unità naturali si aggiunge «un elemento soprannaturale divino, che le trascina in alto al di sopra di se stesse: una rivelazione o un'idea superiore» …” E questo è il concetto che ha permesso all’Impero asburgico di sopravvivere come erede del Sacro Romano impero fino alla sua dissoluzione nel 1918.

Ma perché avvenne questa dissoluzione? E’ ancora Belohradsky che ce ne indica la ragione: “: La razionalità impersonale della legalità con le sue regole inflessibili si sostituiva dappertutto alla legittimità. La legalità si è separata così da ogni riferimento ad un'istanza trascendente: la legalità dello Stato austriaco è diventata perfettamente «autoreferenziale» …”

Ma quale era la “legittimità” dell’impero asburgico, quel collante, quell’ “elemento superiore” che ad un certo punto viene sostituito dalla legalità?  Esso nasceva dalle radici cristiane che, alla caduta dell’impero romano, avevano cominciato a fiorire creando lentamente quella “koinè” che aveva plasmato l’uomo europeo. Quando queste radici sono state messe in discussione dalla visione kantiana dello stato, quando la vita, l’esperienza, l’humanitas naturaliter christiana si sono volute imprigionare nell’astratta Virtù della Legge, l’impero asburgico ha cominciato a morire.

Se noi guardiamo il faticoso tentativo dell’Europa odierna di darsi un assetto comune vediamo che essa è già caduta nell’errore fatale in cui più di cento anni fa è caduto l’impero d’Austria: rifiutare di fatto l’unico collante capace di farne una realtà viva, di ampio respiro, scegliendo la via impersonale delle leggi e del mercato (foriero delle “sue” leggi).

Concludeva   ancora Belohradsky nel 1998: …Tutta l'Europa si trova oggi nella situazione dell'Impero d'Austria. Essa è un insieme di apparati che funzionano più o meno bene…. La riduzione della legittimità alla legalità è diventata la strategia generale per evitare i conflitti attorno ai problemi reali, imposti, cioè, dall'esperienza degli uomini… la banalità come fondamento della vita comune: ecco l'Europa oggi…”

E’ qualcosa su cui riflettere.