Greer Garson – “La Signora Miniver”
Nel 1942, la
Metro-Goldwyn-Mayer produsse il film “La signora Miniver” ambientato nella
Gran Bretagna del 1940, in un ‘Inghilterra - forse vera, forse mai esistita - evocata
comunque dalla propaganda di guerra in
uno dei momenti più drammatici del secondo conflitto mondiale, quando Hitler, che stava per
iniziare l'Operazione "Leone Marino (Unternehmen
Seelöwe)” per conquistare la terra di
Albion, sconfisse i francesi e i loro alleati a Dunkerque (26 maggio - 3 giugno
1940), costringendoli a lasciare il continente e a ritirarsi precipitosamente in l’Inghilterra.
Per gli USA era
un appoggio morale a quelli che da circa un anno (7 dicembre 1941: Pearl Harbour) erano diventati i loro più stretti alleati nella stessa guerra, ma il
film divenne qualcosa di più di un mediocre mezzo di propaganda, e, vuoi per la
trama azzeccata, vuoi per la bravura degli attori, divenne un vero e proprio “cult”.
La vicenda della “Signora
Miniver” - tranquilla casalinga inglese
della Middle Class, moglie adorabile, tenera madre, amante di fiori, bambini, gare
benefiche e cappellini, suocera
perfetta, capace di affrontare, mentre prepara il the, il paracadutista tedesco
atterrato nel suo giardino, e consegnarlo, senza violenze, all’esercito inglese
– ruota attorno al ritiro degli
alleati dal continente (l'operazione Dynamo) lungo le spiagge di Dunkerque.
Figura retorica?
Certamente. Ma capace di entusiasmare e motivare le generazioni femminili di
quella stagione di guerra e massacri, non solo inglesi ma di tutta Europa, capace
di riassumere in un sol colpo lo spirito di Camelot e di “ Rule Britannia”,
della “Home Sweet Home” e dell’Europa cristiana dei cavalieri antichi.
Oggi le casalinghe,
i concorsi per la migliore rosa dell’anno
e le suocere "buone" fanno sorridere - se non qualcosa di peggio - i conflitti tra
l’Upper Class e la Middle Class sono stati dimenticati perfino a casa loro, nel
Regno Unito. Eppure furono tante donne come la signora Miniver, in tutta l'Europa, con il loro coraggio silenzioso, a contribuire alla vittoria sul nazismo. Oggi la signora Miniver sarebbe probabilmente una madre single, vestita jeans o etno, più simile alla Sarah Connor di “Terminator” che alla disarmante casalinga di un tempo e non si farebbe problema a far esplodere la testa del suo nemico, chiunque fosse, buono o cattivo, con un’arma laser.
Svolta del secolo
o del Millennio? Probabile.
Eppure solo vent’anni
fa la “signora Miniver” rivisse in quella che fu l’ultimo grande statista inglese
del Novecento che, con tutti i suoi pregi e i suoi difetti, rievoco' nell'immaginario collettivo europeo, quel
mito fatto appunto dallo spirito di Camelot e di “ Rule Britannia”, della “Home
Sweet Home” e dell’Europa cristiana dei cavalieri antichi: soprattutto di una certa Europa,
che ella non volle snaturata, anonima e per tanti versi inquietante, come l’Europa dell’Euro: Margaret Thatcher.
Come la signora
Miniver, appartenente anche lei alla Middle Class, Margaret Thatcher combattè davvero ( nessuno
sembra ricordarlo ma fu uno dei suoi più grandi meriti) per la democrazia e la libertà, quando scalzò il regime
dittatoriale dei Generali argentini che volevano appropriarsi delle isole Falkland,
liberando l’Argentina stessa dall’incubo oscuro in cui era precipitata.
Donne del sogno, donne della realtà.Forse ritorneranno quando l'Europa dei mercanti e dei banchieri non basterà più.
Margaret Thatcher |
Arrivederci signora
Miniver, arrivederci signora Thatcher.