Quando si riportano cose per “sentito dire” senza interpellare testimoni oculari o fonti attendibili, si cade, molto spesso in marchiane inesattezze (e spesso è un eufemismo).
Interessanti a questo proposito le
riflessioni di p. Ariel S. Levi
di Gualdo su Riscossa Cristiana : .. “Sempre più
tremende suonano nella mia mente le parole: «Quando il figlio dell’uomo
tornerà, troverà ancora la fede sulla terra?» [Lc 18, 8]”..."Uscendo dal confessionale di una
chiesa parrocchiale dove mi trovavo ad amministrare il Sacramento
della Penitenza e della Riconciliazione, fui raggiunto dalla voce di un giovane
confratello che stava facendo l’omelia al Vangelo. E parlando di tutto fuorché
del Vangelo appena proclamato, tra pseudo storicismi e audaci sociologismi
giunse infine a questo proclama: «Con la nuova Pentecoste nata
col Concilio Vaticano II, che decise di rompere con la precedente Chiesa non
più proponibile per la società moderna, le chiese ridotte a quattro vecchiette
che durante un rito incomprensibile biascicavano il rosario, si riempirono di
giovani» ... continua a leggere qui
(da: "Corrispondenza Romana )
(da: "Corrispondenza Romana )
Finito di leggere, puoi meditare le parole pronunciate da Papa Paolo VI nell'omelia dell' 8 dicembre 1966 a proposito del Concilio Ecumenico Vaticano II:
".....Un secondo dovere succede a quello della riconoscenza, ed anche questo subito noi promettiamo di compiere; ed è la fedeltà al Concilio. Esso ci impegna. Dobbiamo comprenderlo; dobbiamo seguirlo. E, professando questo proposito di fedeltà a quanto il Concilio c’insegna e ci prescrive, sembra a Noi doversi evitare due possibili errori: primo quello di supporre che il Concilio Ecumenico Vaticano Secondo rappresenti una rottura con la tradizione dottrinale e disciplinare che lo precede, quasi ch’esso sia tale novità da doversi paragonare ad una sconvolgente scoperta, ad una soggettiva emancipazione, che autorizzi il distacco, quasi una pseudo-liberazione, da quanto fino a ieri la Chiesa ha con autorità insegnato e professato, e perciò consenta di proporre al dogma cattolico nuove e arbitrarie interpretazioni, spesso mutuate fuori dell’ortodossia irrinunciabile, e di offrire al costume cattolic..."o nuove ed intemperanti espressioni, spesso mutuate dallo spirito del mondo; ciò non sarebbe conforme alla definizione storica e allo spirito autentico del Concilio, quale lo presagì Papa Giovanni XXIII. Il Concilio tanto vale quanto continua la vita della Chiesa; esso non la interrompe, non la deforma, non la inventa; ma la conferma, la sviluppa, la perfeziona, la «aggiorna»...."
ecco, appunto: l'ignoranza delle fonti e della storia...