Nell'udienza del 8 ottobre Papa Francesco ha detto" Mai rassegnarsi alle divisioni dei cristiani"...
Se vogliamo fare una riflessione pacata su questo invito all'unita' - in questo periodo di "Sinodo sulla Famiglia", in cui gli animi fanno presto ad accendersi e contrapporsi -credo che prima di tutto dobbiamo chiederci perché Cristo è morto per noi sulla Croce. Per salvarci tutti, ovviamente. Ma salvarci come? Ribadendo la Legge antica ( Tora') nell'amore di Dio (= Grazia=Sacramenti). Tutto questo è rimasto quasi ovvio fino al secondo millennio quando ci sono state, in secoli diversi, le divisioni tra i cristiani che ancora sussistono. Noi cattolici abbiamo sentito, allora, il bisogno di ribadire i punti forti che definiscono la salvezza in Cristo, e l'abbiamo fatto con il Concilio di Trento, dove le verità essenziali della Fede sono state definite con estrema chiarezza.
Se, poi, stiamo all'enunciato - condiviso sia da Benedetto XVI che da Francesco - dell'" Ermeneutica della Continuità", nulla di ciò che è stato definito dai precedenti Concilii è stato abrogato dal Vaticano II. Ergo possiamo cercare "nuovi linguaggi" per parlare al mondo ( sono 50 anni che li cerchiamo...) ma la "sostanza della fede" il "depositum fidei " non può mutare. Giusto camminare verso l'unità voluta da Cristo con tutto l'amore reciproco e la preghiera. Ma questo lo possiamo fare solo attraverso la Grazia Santificante dei Sacramenti ( che sono 7: Trento, ipse dixit) rispettando le parole di San Paolo riguardo all'Eucaristia, che è il Sacramento per eccellenza da cui discendono e si conformano tutti e cinque quelli dei " vivi "**:
Corinzi 1 cap. 11,27 - 30: "Perciò chiunque in modo indegno mangia il pane o beve il calice del Signore, sarà reo del corpo e del sangue del Signore. Ciascuno, pertanto, esamini se stesso e poi mangi di questo pane e beva di questo calice; perché chi mangia e beve senza riconoscere il corpo del Signore, mangia e beve la propria condanna. È per questo che tra voi ci sono molti ammalati e infermi, e un buon numero sono morti ( ammalati, infermi, e morti spiritualmente: il famoso "ospedale da campo" di Francesco...)
Qualcuno oggi, da questo Sinodo, sogna l'ennesima "riforma" della Chiesa, augurandosi certe audaci"aperture", altri si irrigidiscono ad ogni parola sospetta e ciò, invece di unire, divide. Ma è chiaro che l'unita' della Chiesa avverrà soltanto per opera dello Spirito Santo quando gli uomini desidereranno, non vincere le loro battaglie particolari , ma essere uniti davvero in Cristo come Lui vuole.
Qualcuno oggi, da questo Sinodo, sogna l'ennesima "riforma" della Chiesa, augurandosi certe audaci"aperture", altri si irrigidiscono ad ogni parola sospetta e ciò, invece di unire, divide. Ma è chiaro che l'unita' della Chiesa avverrà soltanto per opera dello Spirito Santo quando gli uomini desidereranno, non vincere le loro battaglie particolari , ma essere uniti davvero in Cristo come Lui vuole.
A proposito delle accese discussioni di queste settimane attorno a questo Sinodo è anche bene ricordare alcuni brani di una conversazione tra San Giovanni Paolo II e l'intellettuale polacco Stanislaw Grygiel, riportato nel suo libro:
"L'AVVENIRE DELL'UMANITÀ PASSA ATTRAVERSO LA FAMIGLIA"
(Familiaris consortio, 86) * che Sandro Magister riporta nel post :
(Familiaris consortio, 86) * che Sandro Magister riporta nel post :
e che si riferiscono al lavoro fatto per il precedente Sinodo sulla famiglia voluto da san Giovanni Paolo II nel 1980:
"Con i matrimoni e le famiglie spezzati bisogna com-patire e non invece averne pietà [....] Il sentimentalismo pietoso è dimentico di come sono "dal principio" le cose dell'uomo, mentre la com-passione, essendo un soffrire con quelli che si sono smarriti "nella selva oscura", ridesta in loro la memoria del Principio e indica la via del ritorno ad esso. Questa via è il Decalogo osservato nei pensieri e nelle azioni: "Non uccidere! Non fornicare! Non rubare te stesso alla persona alla quale ti sei donato per sempre! Non desiderare la moglie del tuo vicino!". […] Il Decalogo inciso nel cuore dell'uomo difende la verità della sua identità, che si compie nel suo amare per sempre. […]
[...] In una delle nostre conversazioni su questi dolorosi problemi Giovanni Paolo II mi disse: "Ci sono cose che devono essere dette senza riguardo per le reazioni del mondo". […] I cristiani che per paura di essere riprovati come nemici dell'umanità si piegano a compromessi diplomatici con il mondo deformano il carattere sacramentale della Chiesa. Il mondo, ben conoscendo le debolezze dell'uomo, ha colpito innanzitutto "l'una carne" di Adamo e di Eva. Cerca di deformare in primo luogo il sacramento dell'amore coniugale e a partire da questa deformazione cercherà di deformare tutti gli altri sacramenti. Questi costituiscono infatti l'unità dei luoghi dell'incontro di Dio con l'uomo. […] Se i cristiani si lasceranno convincere dal mondo che il dono della libertà recato loro da Gesù rende difficile e persino insopportabile la loro vita, si porranno al seguito del Grande Inquisitore dei "Fratelli Karamazov" e metteranno Gesù al bando. Allora che cosa accadrà all'uomo? Che cosa accadrà a Dio che è diventato uomo?
Prima di essere ucciso Gesù dice ai discepoli. "L'ora viene che chiunque vi ucciderà crederà di rendere un culto a Dio… Al mondo avrete tribolazione, ma fatevi coraggio, io ho vinto il mondo" (Gv 16, 2.33).
E, ancora, riguardo alla famosa Grazia Santificante, Grande dimenticata di fine ( e inizio) Millennio:
"Una sera nella sua casa, erano gli anni Sessanta, il cardinale Karol Wojtyla era rimasto a lungo in silenzioso ascolto degli interventi di alcuni intellettuali cattolici che prevedevano una inevitabile laicizzazione della società. […] Quando quei suoi interlocutori finirono di parlare, egli disse soltanto queste parole: "Nemmeno una volta è stata da voi pronunciata la parola grazia". Ciò che egli disse allora, lo ricordo ogni volta che leggo gli interventi di teologi che parlano dl matrimonio nell'oblio dell'amore che avviene nella bellezza della grazia. L'amore è grazia, è "dono di Dio". […]
Sinodi, matrimoni, famiglie. Su questi argomenti ci sarà da riflettere...
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* la " Familiaris Consortio" è un documento che trae origine dal Sinodo sulla famiglia del 1980 voluto da san Giovanni Paolo II
** sacramenti dei "vivi" : eucaristia, cresima, ordine, unzione dei malati, matrimonio.
sacramenti dei " morti" : battesimo, confessione.
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