Carlo Scarpa - Biennale Venezia |
Annigoni- Elisabetta II |
E.Bergagna - Autoritratto |
E.Bergagna- Apocalisse Mitoray- Varsavia |
Mitoray - Teste
Mai, come nel Ventesimo secolo in Europa, si è sviluppata una débâcle delle arti figurative che rischia di trascinarsi anche nel Ventunesimo secolo.
Non è la mancanza di grandi artisti, ovviamente: questi esistono e si manifestano in tutte le epoche, ma l'appalesarsi di un odio sistematico per tutto ciò che è veramente bello, armonioso, grande: l'Anima di un continente, appunto.
C'è stato e c'è la protervia di perseguire, sminuire, soprattutto nascondere e cancellare tutto quello che in questi due secoli non è stato o non è supino al politicamente corretto e ai suoi "kerigma": esaltazione della bruttezza, dell' amoralità, del minimalismo deteriore possibilmente circoscritto a ciò che è pura materia, a sua volta prevedibilmente caotica e negatrice della realtà.
Morte, inconsistenza, negazione, pessimismo sono gli unici messaggi accettati. Sul resto, su ciò che sempre è stata arte, sul suo messaggio di elevazione e bellezza, armonia deve calare il silenzio.
E per ciò che costituisce il passato dell'arte, che ancora non può essere negato e riscritto del tutto ( come già abbondantemente si tenta con la Storia) perché sarebbe un' operazione ancora troppo macroscopica per i tempi, ecco inventarsi le "visite all'Arte": le mandrie, i carrozzoni, le masse ignoranti che, intruppate, vagano, a suon di ticket costosissimi, a peregrinare - spesso senza capire niente - attraverso i musei e le mostre, dove i capolavori, reinterpretati secondo il politicamente corretto, sono proposti come vestigia di miti sorpassati. E, naturalmente, la sorte peggiore è riservata all'arte religiosa, riproposta secondo schemi appropriati che ne cancellino i veri significati.
Difficilissimo, se non impossibile, farsi "leggere" in maniera corretta, un'opera d'arte da uno studente delle Medie, del Liceo o dell'Accademia. La giusta lettura è affidata alla sensibilità, alla cultura, alla passione personale ed è purtroppo una dote ormai da autodidatta.
Perché l'Arte non è economia, finanza, e quindi è irrilevante. Solo quando può "rendere" lo diventa e questo si verifica solo nelle mostre, nelle aste, nei "giri" di chi decide sulla sua importanza...
Dell' " arte moderna" infatti è proposto solo ciò che è allineato alla politica e alla cultura dominante, mentre tutto ciò che potrebbe elevare, riflettere, deviare dal relativismo del pensiero unico è dimenticato e soffocato. Non esiste.
Chi conosce ancora Carlo Scarpa - il nostro Wright - l'architetto del vivere con armonia nella natura, chi si ricorda di Annigoni, il Raffaello del XX secolo, di Mitoray, quasi un nuovo Michelangelo, o Ernesto Bergagna, grande surrealista italiano? Non so quanti di voi conoscono questi nomi. Se ne potrebbero elencare decine, messi in ombra dal pensiero unico che ormai domina questa Unione Europea senza anima.
La sorte peggiore è poi riservata all'arte religiosa, quella che più di ogni altra cosa deve essere " normalizzata" per i burocrati UE: le chiese "hangar" ( ciò che non è nudo, spoglio, deprimente non è religioso...), le Vie Crucis minimaliste di plastica e i ( pochi) quadretti devozionali. Gli artisti poi, elogiati dalle Gerarchie, chiamati a " nuove evangelizzazioni", sono accettati solo se le loro opere sono incomprensibili, religiosamente confuse e soprattutto "sperimentali" anche nella dottrina.
Pochi veri artisti, raramente riescono a infragere questo muro di gomma, coloro che riescono a trovare uno sponsor autorevole e intelligente che ami davvero l'arte.
Povera Europa, che vuole cancellare i suoi artisti per cancellare le sue radici cristiane! Auguriamoci un risveglio almeno, dall'intelligenza delle persone, dalla vera cultura, dalla devozione popolare, dal " piccolo resto"!
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